domenica 28 ottobre 2007

Design

Forse non tutti sanno che... sono un designer iscritto all'ADI.

Bene, lo scorso settembre si è tenuta l'assemblea dei soci ADI, che mi risultano essere intorno al migliaio.
L'assemblea si è tenuta a Milano.

Ora, i soci ADI sono sparsi su tutto il territorio nazionale, e a me non risulta che Milano occupi una posizione baricentrica nella penisola.
Di conseguenza la maggioranza dei soci ADI avrebbe dovuto sobbarcarsi le spese di trasferta e di inattività per almeno un giorno per prendere parte all'assemblea.

Ovviamente il quorum non è stato raggiunto... Ma va!?

Ma la cosa più buffa sapete qual è?
Che l'unica alternativa che l'ADI è stata in grado di partorire è un meccanismo di votazione dell'ordine del giorno (approvazione del nuovo statuto) via posta raccomandata!!!

Di conseguenza l'ADI ha:
- speso soldi per inviare una raccomandata a tutti i soci
- speso soldi per inviare ai soci una busta pre-affrancata da inviare per raccomandata
- perso un mese a preparare il tutto
- perso un mare di tempo per arrivare a poter decidere sull'ordine del giorno

Capisco che siamo in Italia, dove anche se l'e-mail è stata equiparata legalmente a una raccomandata A/R ci vorranno secoli prima che le persone lo capiscano; ma qui parliamo di un'associazione che ha internamente un'enorme componente giovanile, attenta alle nuove tecnologie, che con queste tecnologie ci lavora!

E' mai possibile che non si riesca a sfruttare queste tecnologie in occasioni tanto complesse come un'assemblea dei soci?

I soci ADI hanno accesso riservato al sito internet dell'ADI: non può essere questo un punto di partenza per attuare un sistema di votazione remota?!

Trasecolo...

1 commento:

ellediemme ha detto...

Forse spendono soldi inutilmente per registrare qualche uscita di bilancio...altrimenti solo entrate!?